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Le “pillole per il vomito” potrebbero impedire alle volpi introdotte di decimare le specie autoctone

Jul 30, 2023

La volpe rossa europea non è originaria dell'Australia, ma certamente vive lì adesso, predando specie autoctone. Nel tentativo di contribuire a ripristinare l’equilibrio ecologico, gli scienziati stanno sperimentando come liberare le volpi da alcune di queste creature, facendole vomitare.

Oltre alle obiezioni etiche che molte persone hanno nei confronti del semplice abbattimento delle popolazioni di volpi, tali sforzi a volte possono avere l’effetto opposto a quello desiderato.

In passato, è stato dimostrato che, in risposta a un calo iniziale del loro numero, i coyote compensano iniziando a riprodursi in giovane età e più spesso. Di conseguenza, in una determinata area finiscono per esserci più coyote di quanti ce ne fossero prima dell’inizio dell’abbattimento.

Non volendo che qualcosa di simile accada con le volpi rosse, gli scienziati dell'Università Nazionale Australiana e dell'Università dell'Australia Meridionale hanno perseguito un'altra tattica non letale: cercare di far sì che le volpi associno il mangiare determinati animali alla sensazione di malessere.

Come parte dello studio, i ricercatori hanno disposto depositi di pollo disossato fritto in un totale di 30 località all'interno del Wandiyali-Environa Wildlife Sanctuary in Australia. Lo hanno fatto in tre periodi di tempo sequenziali.

Per il primo periodo (10 giorni), il pollo aveva una capsula di gelatina vuota bloccata all'interno della carne. Per il secondo periodo (12 giorni), la capsula conteneva un farmaco veterinario noto come levamisolo, che provocava temporaneamente nausea alle volpi e le faceva vomitare. Per il terzo periodo (12 giorni), il pollo conteneva ancora una volta una capsula vuota.

Si è riscontrato che durante il terzo periodo le volpi hanno mangiato in media il 30% in meno di pollo rispetto al primo periodo. Si ritiene che questa riduzione sia dovuta a quanto avvenuto nel secondo periodo, quando le volpi arrivarono ad associare il consumo di pollo al vomito.

Sebbene siano ancora necessarie ulteriori ricerche, si spera che i risultati del team possano infine aiutare a preservare alcune specie autoctone a rischio, senza dover ricorrere alla cattura, all’uccisione o all’avvelenamento delle volpi.

Un articolo sullo studio, condotto dallo studente di dottorato dell'Australian National University Tim Andrewartha, è stato pubblicato sulla rivista Conservation Science and Practice.

Fonte: Università dell'Australia Meridionale